Un tempo questo era il mio posto sicuro. Avevo una sola consapevolezza: qualunque problema o preoccupazione avessi passava appena mi rifugiavo nella scrittura. Come un balsamo che scioglie tutti i nodi.
Mi sentivo come quando da piccola battibeccavo con i miei e correvo a casa della nonna. Il suo profumo era la cosa più rassicurante del mondo, tanto che se avessi potuto ne avrei chiuso un po’ in una bottiglia, come si fa con l’acqua di mare o con la sabbia o con un messaggio prezioso da custodire, insomma come si fa con le cose speciali da conservare.
Sarebbe stata la più azzeccata soluzione contro le ansie, gli attacchi di panico, le difficoltà, il cuore ammaccato, le delusioni di questi anni, nei quali la realtà ha messo a dura prova il mio animo sognante, diventando acqua sulle fiamme della mia speranza, un tempo impostata sempre sul tasto ON.
Perché poi capita sempre così: man mano che scrivo non posso fare a meno che rassicurarmi, calmarmi e pensare positivo. Convincermi che nonostante tutto andrà tutto bene. E sentire la solita vocina dentro, quella che viene dalla parte di me che non si arrende e che grida: “non avere paura”.
Imma Gaglione